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sua, mentre il marito l’oltraggiava e la feriva. Invece ella preferiva a lui ed alla sua adorazione, l’indifferenza brutale di quell’uomo, ella sceglieva la lotta continua, la contesa umiliante, la piccola guerra d’ogni giorno, e d’ogni ora, pur di non separarsi da quell’imbecille libertino che la rovinava giocando e che la tradiva con una canterina di terz’ordine.

— Addio, ti farò sapere qualche cosa domani, — gli disse ancora Oretta scendendo le scale. Ed egli restò a guardarla finchè ella scomparve, poi rientrò e sedette al suo scrittoio piegando il volto sulle braccia. Ed ancora una volta egli si ripetè quelle due parole che parevano racchiudere tutto il suo malinconico destino:

— È partita.

Ma questa volta gli parve che fosse per sempre.