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Delle biblioteche 55

sono chiamate appunto polverose. Ma la polvere dei libri sporca i panni ed ecco perché si va vestiti alla meglio. Io poi andava tanto alla meglio, che molti visitatori, ai quali facevo da cicerone, allungavano la mano per regalarmi mezza lira; rifiutata, s’intende, con un gesto di pudicizia offesa, degno d’esser fuso in bronzo.

I miei due tedeschi parlavano tra di loro in tedesco, e allor chi li capisce? S’entra nella sala dei manoscritti e domandano di vedere quel che c’è delle Epistole di Cicerone. Ne reco parecchi codici preziosi, quando quello dagli occhiali mi strizza l’occhio e mostrandomi un codicetto in pergamena mi dice nella più pura lingua del Lazio se glielo voglio vendere. Mehercule! dissi io: an te pudet, Germane.... Chi sa che bella pagina di latino ha perduto la moderna letteratura! S’intende che i due tedeschi se ne andarono scornati e il codice è ancora là, nel suo scaffale. Ma faccia conto che al mio posto ci fosse stato un povero diavolo carico di famiglia e di fame! Non c’è che da stracciare una scheda e stender la mano ai marenghi. Dunque! Dunque, cosa strana, gli impiegati delle biblioteche non sono forse al loro posto, ma sono onesti.

Conclusione:

1. L’Italia è il paese che ha più biblioteche e meno bibliotecari.

2. Se ci sono ancora biblioteche in Italia, si deve alla fenomenale onestà degli impiegati retribuiti come tutti sanno.