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Neve | 39 |
libro una cattedra di irreligione, specialmente nei giorni benedetti. Ma però mi sia permesso di dolermi che la tradizione cristiana, e specialmente cattolica, abbia incorniciato la nascita del suo Messia con tutti gli orrori della stagione invernale. Anche a me sono noti, press’a poco, i risultati della moderna esegesi che tendono a stabilire Nazaret e non Betlemme come luogo di nascita di Cristo, secondo il Vangelo di Giovanni. So benissimo che il censimento di Quirinio, che la leggenda ritiene causa del viaggio a Betlemme, è almeno di dieci anni posteriore all’anno della Natività secondo Luca e Matteo, poichè i due evangelisti fanno nascere Gesù sotto il regno di Erode e il censimento non fu fatto che dopo la deposizione di Archelao; e che ad ogni modo questa operazione amministrativa dovette aver luogo solo nelle provincie romane e non nelle tetrarchie. Ma non è il caso di sfoggiare una erudizione troppo facile per tacciare di inverosimiglianza tante pie leggende, e ripeto che non voglio tener cattedra di irreligione. Solo mi preme di protestare contro la tradizione della neve natalizia, cui debbo il mio paterno imbarazzo.
Che a Nazaret l’inverno sia rigido, lo credo, benchè io non ci sia mai stato nè d’inverno nè d’estate. Benchè Nazaret sia ad una latitudine anche più meridionale di quella di Tunisi e le linee isochimene notino per quella regione una temperatura invernale di + 10 centig. in media, so che la patria del falegname Giuseppe è sul monte, e quindi soggetta a squilibri forti di clima. Ma poichè la tradizione pia