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Di Ser Pietro Giardini 473

biblioteca dell’Università di Bologna, vol. II, pag. 52, si legge: “Azzo d’Este signor di Ferrara creò alquanti cavalieri bolognesi i quali furono.... Lambertino Galluzzi, Opizzino della Puella, Simone de’ Lambertini, Ugolino Garisendi, Giardino Giardini dottor di legge ecc.” Ho ommesso molti nomi per non tediare, ma la lunga lista è certo copiata da qualche atto o cronaca antica, come il Ghiselli fa sempre; e se fosse prezzo dell’opera si potrebbe facilmente trovare la fonte della notizia. Il Giardini è qui confuso in mezzo a cavalieri bolognesi, il che non nuoce quando si sappia che in quel tempo egli era in Bologna ambasciatore dei Polentani durante la guerra de’ piccoli tiranni romagnoli contro il Vicario della S. Sede. Per queste ambascierie si possono vedere le Storie del Ghirardacci e la creazione di questi cavalieri fu un tentativo di Azzo per ristabilire la pace. Dunque non errarono i menanti e non mentirono nè il Boccaccio, nè il notaio Pietro.

Una cosa che mi pare conosciuta da pochi è questa; che il Boccaccio ebbe parenti a Ravenna. Il Rossi nelle Storie Ravennati, lib. I nella pag. 8 ci dice: “Joannes Boccatius.... frequenter consueverat urbem hanc (Ravenna) ubi Boccatiorum familia Ravennas erat”. Ed, a conferma, nella matricola della scuola de’ pescatori, in quella stessa matricola dove è inscritto Pietro Giardini, troviamo un Bochaccius de Bochaciis. Mi sovviene, ma non con precisione, che il Petrarca in una epistola al Boccaccio gli ricorda i tuoi ravennati e che il Fracassetti traduce