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DI nuovo i matti | 465 |
Non ho paura delle novità perchè non sono ancor vecchio: ma ho paura degli errori. Ho detto che i fatti citati sono spesso controversi e qualche volta errati. Ella mi dice di averli desunti dal Reveillé-Parise, autorevolissimo, e che io me la prenda con lui. Veramente l’additare chi ci trasse in errore non è provare che non si errò; ma prendiamocela pure col Reveillé-Parise.
Nella Biblioteca dell’Università di Bologna c’è la quarta edizione (Dentu 1843) e l’ho trovata intonsa. Questa verginità del libro mettiamo che provi contro la cultura dei psichiatri di qui e non contro l’autorità dell’opera; ma intanto noto in riga di fatto che in quarant’anni la critica storica ha fatto qualche passo e le scienze ancora. Il Reveillé-Parise dunque è un po’ vecchiotto, ma è ad ogni modo un libro dove c’è del buono. Io ci trovo queste belle parole:
"È certo che le nostre scienze sono incerte e congetturali.... così voi che domandate la certezza e volete sempre che vi si dica questo è, questo non è, rinunciate allo studio della scienza dell’uomo; voi non sareste mai soddisfatti, soprattutto nelle applicazioni positive". Parole d’oro.
Ma ciò non toglie che gli aneddoti dei quali riboccano quei due volumi siano soggetti a cauzione. Il Reveillé-Parise non dice mai dove li abbia presi. Per conto mio potrei provarne errati parecchi e non consiglierei di andare a raccontare a Vittorio Imbriani che Dante s’innamorò a nove anni di Beatrice Portinari. Perchè dunque vorremo cercare in quelle pagine dei fatti veri, sicuri, provati, concludenti, come