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432 | Brani di vita |
dovrebbe oramai vincere gli scrupoli di una delicatissima coscienza e metter fuori tutto. Non mi pento di averlo detto, ma la pubblicazione del signor Zanino Volta, l’Appressamento, mi fa morder la lingua1.
Il signor Zanino Volta, nipote dell’illustre inventore della pila, come ci dice parecchie volte nella introduzione, e vice-bibliotecario reggente nell’Università di Pavia (che diavolo è un vice-bibliotecario reggente?) il signor Zanino Volta capitò in certe camere del palazzo avito dei Volta dove erano per le terre molte cartacce, molta umidità e molti sorci. Trovò, frugando, un quaderno intitolato: Appressamento della morte, e se lo ficcò in tasca. Ora si trova che è un autografo del Leopardi, e lo stampa con cento pagine di prefazione.
È proprio del Leopardi? A questi lumi di luna siamo tanto avvezzi alle gherminelle letterarie e paleografiche, che questa è la prima domanda da fare. Chi è oramai quel letterato il quale non abbia commesso qualche marachella di questo genere? Io, per conto mio, oltre quel che è noto al pubblico, ho parecchi altri peccatacci sulla coscienza e, se volessi dirlo, c’è qualche poesia del 1300 a questo mondo che io ho visto nascere, crescere, trovar spasimanti ed amanti e peggio.
La calligrafia del Leopardi può essere esatta-
- ↑ Qui e altrove si allude alle carte leopardiane serbate dal Ranieri. Dopo la morte di lui furono rese pubbliche, ma lascio le parole come le scrissi allora, perchè indice del come se ne pensava allora e non soltanto da me.