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422 | Brani di vita |
Casa, ma gli diciamo invece che il piccolo Caio mangia colla forchetta e Semproniuccio adopera il fazzoletto. Così l’educazione si fonda in gran parte sull’esempio, e l’istruzione poi non ha altro fondamento dai primissimi esemplari di calligrafia ai più alti precetti di retorica. Cominciamo dal ricopiare i bastoni, le aste ed i rampini del maestro, per riuscire a contraffare un brano del misterioso Compagni o l’Italia mia di messer Francesco. La facoltà dell’invenzione, la tendenza al raziocinio sono purtroppo meno coltivate dell’imitazione. La pedagogia va pianino e i principii direttivi del metodo froebeliano paiono troppo rivoluzionari ai discepoli del Pestalozza e dell’Aporti. I giardini d’infanzia sono novità tenute ancora in quarantena da noi, mentre fuori di qui sono vecchi stravecchi.
Non già che l’imitazione sia da scomunicare; tutt’altro. Ne’ primi stadi dell’insegnamento è necessario servirsi dell’istinto per giungere poi a sviluppare le altre facoltà più nobili. Ma se ne abusò e se ne abusa, specialmente negli stadi più alti, là dove è inutile servirsi dell’istinto perchè le altre facoltà possono essere più utilmente usate. Se ne abusa ancora proponendo dei modelli d’invenzione, come se si potesse inventare copiando, come se il maggior pregio del Tasso fosse quello di attenersi fedelmente allo schema del poema virgiliano, come se non si potesse fare un buon romanzo altrimenti che mettendo esattamente il piede nelle gloriose orme di Alessandro Manzoni. Così accade che un giovane il quale voglia scrivere un sonetto (i giovani li hanno