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PER UN SONETTO

Ill.mo Signor Giudice Istruttore
presso il Regio Tribunale Civile e Penale di Ravenna.


Non ho l’onore di conoscere nemmeno il nome della S. V. Ill.ma, ma ciò non turba nell’animo mio la debita fiducia nella rigida imparzialità del mio Giudice.

Scrivendo questa Memoria non consultai avvocato alcuno. Ella se ne avvedrà dalla poca o nessuna pratica di cose legali che vi si scorge evidente. Gli avvocati che mi difenderanno in Tribunale, se Ella crederà nel suo giudizio di inviarmici, useranno in mia difesa le armi che la legge appresta loro. Io qui ho voluto esporle soltanto l’animus che mi spinse a scrivere i versi per cui Monsignor Vescovo di Faenza si querela, la storia del fatto, l’intento insomma che ebbi.

Non credo di aver ecceduto nella difesa. Se mio malgrado l’avessi fatto, la S. V. Ill.ma vorrà con-