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360 Brani di vita


— Come mai, caro Proietti, a quest’ora? Che c’è di nuovo?

Il caro era ricco di troppi erre arrotati per parere carezzevole e lusinghiero e Zì Marù credette bene di prender pel collo la bottiglia del vino come tacita promessa di premio al caro Proietti che rispose:

— Nulla, signora; un caso....

Si vedeva che l’usciere rideva ancora di dentro ed aveva più voglia lui di parlare che Zì Marù di ascoltare. Tuttavia l’indegna strega lo incoraggiò col più leggiadro de’ suoi sorrisi; quello che le scopriva i canini.

— Ecco! proseguì l’usciere. Il Barlacchia ha lasciato scappare l’asina nell’orto del Vescovo!... Lei sa!... Articolo 481: “Chiunque lascia senza custodia o altrimenti abbandona a sè stessi in luoghi aperti animali da tiro.... è punito cogli arresti.... fino ad un mese....”

L’usciere conosceva il Codice Penale meglio di Don Vencenzì, ma Zì Marù non capiva che cosa ci fosse da ridere.

Rispose l’usciere: — Ecco! E accaduto che.... per distrazione certo.... il Signor Cavalier Presidente ha condannato invece il Barlacchia.... in base all’articolo 381.... sa? un 3 per un 4.... un piccolo errore.... di cifra....

Il riso compresso gli dava delle contrazioni sussultorie all’epigastrio, tanto che si rimise l’ala del cappello contro la bocca per sfogarsi almeno un poco decentemente e la mosse con molto appetito.

Ma Zì Marù insisteva cogli “Ebbene?”