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318 | Brani di vita |
stampa e pubblicati da me, potrebbero parere segno di piccola vanagloria.
Ho qui, aperta sul tavolo, questa lettera per me carissima e nella sua calligrafia diritta, chiara e robusta mi sembra di vedere impresso il carattere dell’uomo così energico e perseverante nella ricerca dell’arte e della verità. C’è l’uomo che ha conquistato libro per libro il nome e la gloria, vincendo le ripugnanze del suo paese, riducendo al silenzio gli stessi negatori della luce, sia in uniforme, sia in sottana. C’è l’uomo forte che tollerò serenamente la passione del processo, la stoltezza della condanna, l’amaritudine dell’esilio. C’è l’uomo, anzi il galantuomo, che cercò con imperturbabile tenacia la verità nell’arte e la giustizia nella società. C’è tutto Emilio Zola che ebbe almeno l’alto, l’invidiabile onore di esser respinto come un reprobo dalla Chiesa e dall’Accademia!
E la mano che scrisse, ora è fredda! Non taceranno le ire sopra la tomba, ma se il mondo dovesse dimenticare l’artista, la storia ricorderà il generoso!