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Tempo di vendemmia 311

E poichè sto raccontando i fatti miei anche a chi non li vuol sapere (difetto solito e forse importuno di chi invecchia senza aver nulla da nascondere) lasciatemi contare anche questa.

Proseguendo il mio lieto viaggetto, giunsi a Vicenza dove passai la notte.

La bicicletta è il cavallo della libertà; con lei si va dove si vuole, ci fermiamo dove ci pare, forte, piano, a destra, a sinistra, come detta la volontà o il capriccio. Così la sera, cenando, mi venne in mente di andare a Bassano, deviando dal mio itinerario, per un pensiero capitatomi in testa lì per lì.

Dovete sapere che a Bassano opera il migliore fabbricatore di pipe di terra cotta che sia in Italia. Modesto, nemico della réclame, ingegnoso e attivo, la sua terra cotta non è creta volgare esposta alla fortuna instabile della fornace, ma una composizione che ricorda la terra cotta di Signa. Le famose, le vere pipe di Schemnitz inseparabili dalle labbra di ogni buon ungherese, le fabbrica lui, in una officina modesta che egli chiama bizzarramente Pipificio Cavazzon; ed io decisi di andare a rifornirmi del mio modello (N. 112) proprio dove si fabbrica.

Così in una mattina fresca per Sandrigo e Marostica (non vidi i pellegrini) giunsi a Bassano, passai lo strano ponte coperto, ordinai le pipe, mangiai un boccone al Cardellino e per la via di Cittadella, mi misi verso Padova.