Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/291


Il Natale nella Lirica 281

scrivere così, chi parlerebbe più di Voltaire? Invece un poeta di conto e sinceramente religioso, Giacomo Zanella, canta che in noi la religione non è oramai più che il ricordo dell'amor materno|ricordo dell’amor materno e in essa non cerca più che la pace, e la chiama:

Aura impregnata del salubre timo
     De’ chiostri antichi e dell’occulta manna,
     Che all’alma avvolta nel corporeo limo
     Molce l’ardor che l’intelletto affanna.


Dalla spontaneità dell’affetto e dalla religione per la religione di Jacopone e del Benivieni, ci corre! Ma torniamo al Natale.

Nel secolo XVI l’affetto vero non lo troviamo più. La lirica diventa petrarchesca e la lirica religiosa canta la Vergine proprio come Laura. Questa non è esagerazione. Il Petrarca spirituale del Malipiero (oh, la superba, la splendida edizione del Marcolini!) non è altro che una rabberciatura del canzoniere per ridurlo a cantare Maria invece di Laura. Eccone un esempio. Tutti ricordano il celebre sonetto del PetrarcaIn qual parte del cielo, in quale idea, ecc.” Il Malipiero lo sconcia così:

In qual parte del ciel, in quale idea
     Sì bello esempio il re celeste tolse,
     Quando al mondo produr sua sposa volse
     Per dimostrar qua giù quanto potea?

Dal Verbo, ove ab eterno fu tal Dea
     Predestinata, la bellezza sciolse
     Il creator, ove di grazia accolse
     Tal privilegio onde non fu mai rea.