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Il primo amore 19

tra le mani, e lì, in ginocchio, piansi disperatamente e pregai Dio (lo pregavo allora!), pregai Dio con tutta l’anima di restituirmi il ritratto nascosto, di non permettere che altri lo trovasse. Se fosse vero che le preghiere fatte col cuore e con la fede sforzino le porte del cielo, Dio avrebbe fatto un miracolo per me, tanta fu l’intensità della mia orazione. Ma quando uscimmo di chiesa corsi al mio letto.... era rifatto! Lo disfeci.... Nulla!

Perdetti l’appetito e il sonno. Feci due larghi pesti sotto gli occhi e diventai più rustico, più chiuso di prima. Piangevo spesso ed avevo sempre come una fitta al cuore. Ebbi la febbre e scesi all’infermeria, dove le cure e le distrazioni mi calmarono un poco. Il tempo fece il resto, ma la piaga di quel primo amore lasciò una cicatrice che, a toccarla, si risente. Alle volte, come l’amputato, mi dolgo dove non dovrebbe poter essere più il dolore, e spesso poi, quelle prime sensazioni, quei primi calori della mia vita affettiva, mi ritornano alla memoria con una vivacità che mi fa paura. Il mio primo amore, poveretto, non fu sepolto bene e ritorna spesso qui a domandarmi la pace dei morti.

Dico ritorna qui, perchè, quel ritratto, Signora, era il Suo.