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NATALE
Nascere, amare, morire, sono le tre ore sacre della giornata umana, i misteriosi vertici del triangolo della vita; e finchè la nostra schiatta vedrà la luce del sole e vorrà vivere, saluterà con gioia il natale del bimbo — sia figlio di Dio o figlio dell’uomo — nella capanna o nella reggia — poichè in ogni natalità essa sente il rinnovamento e la continuità della vita.
Che importa se i Magi rechino alla culla i ricchi doni dell’oriente, o gli angeli, come imaginò il Burne-Jones, portino invece la corona di spine, i chiodi e il calice del martirio? Che importa la buona o la mala fortuna che attende il nuovo vivente, se l’umanità può ancora portare ne’ suoi fianchi possenti la vita della specie, l’anima del futuro?
Perciò il Natale fu e sarà sempre la più lieta festa degli uomini. Spogliatelo pure di ogni leggenda, toglietegli pure l’aureola divina; rimarrà sempre la