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Un’ora di pessimismo | 265 |
sta è la miseria più comune, che pure racimola qua e là tanto da non morire; ma chi non ricorda e non sa che c’è ben di peggio? E che rimedi ha saputo trovare la filantropia borghese? Le Opere Pie? Strana invenzione per cui un moribondo impone che le generazioni future amministrino ed eroghino a modo suo i frutti di un capitale che non è più suo; e si sono viste istituzioni dette di beneficenza spendere questi frutti parte in impiegati e parte in messe di requie. Oh, quante anime del Purgatorio avranno salvato i testatori che sono all’Inferno! Ma lo Stato borghese ha trovato il rimedio radicale anche a questo: ha mutato gli amministratori.
Via, riconosciamolo; la protesta è giusta e la resistenza inutile e ben venga la retribuzione secondo l’opera. Oggi gli oziosi e i vagabondi sono di due specie: ricchi e nullatenenti. I primi vivono di rendita e vanno a Montecarlo; i secondi vivono di audacia e vanno in prigione, poichè le nostre leggi puniscono solo i secondi col pretesto che sono pericolosi alla ricchezza dei primi. Ben venga dunque il giorno della giustizia santa che elimini gli uni e gli altri come ugualmente pericolosi alla società. In questo canone, della retribuzione secondo quel che si fa e non secondo quel che si possiede, sta la essenza del socialismo, il quale potrà passare per varie transazioni, ma dovrà venire per forza inevitabile alla applicazione sincera e fatale dello spirito di giustizia che gli dà l’anima e la vita. Alle esplosioni violente si risponde ora colle violente repressioni, ma che sarà degli eserciti nel secolo