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bante. La sua vocazione era tenuta viva da un prete, che la leggenda chiama sacerdos Medulanus, senza dirne il nome.

L’affare era più grave di quel che paresse. Bologna era già guelfa, e i feudatari che la circondavano erano ghibellini. Cominciava la gran lotta tra i Comuni e i feudi. I conti di Panico, ghibellini sfidati, dominavano gran parte della valle del Reno, sbarrando le comunicazioni tra Firenze e Bologna. Ora Castel Forte, che dominava un guado importante, faceva gola alle due parti; e i bolognesi molto probabilmente non erano estranei alle pie esortazioni che il sacerdos Medulanus prodigava al giovane Manardo. Stavano per ottenere il castello coll’aiuto di Dio, quando i conti da Panico pensarono di mantenerlo alla loro parte coll’aiuto del diavolo.

Berta, castellana di Malfolle e parente dei conti da Panico, era vedova con una figlia chiamata Ilda nella leggenda; ma il nome è probabilmente sfigurato, essendo più comune allora quello di Elda. Comunque sia, fu dopo un colloquio con Azzo da Panico che ella si decise a recarsi in pellegrinaggio all’abazia di Nonantola presso Modena; e con la figlia e poca gente scese alla pianura. Giunse a Castel Forte il 22 luglio, poichè la leggenda dice che fu il giorno festivo di Santa Maria Maddalena, in die Plenilunii.

Quel che segue è detto in poche righe nella leggenda; ma siccome è facile immaginare i particolari, eccoli qui.

La madre era molto astuta e la figlia molto bella.