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stette novantasei dì e non avea altro che la pelle e le ossa”.

Oh, i miracoli di Lourdes! Oh, la Madonna della Salette! Non c’è chiesa in Italia dove non si conservi una Madonna miracolosa che ha pianto, sanguinato o sudato, secondo il gusto del reverendo parroco. Da lungo tempo le fraudi furono così evidenti, che le anime pie dovettero farsi scudo delle autorità umane per guarentigia della onnipotenza divina. Qui a Bologna, nella clausura delle monache di S. Elena, esisteva questa splendida iscrizione:

Dell’anno 1650 — Questo Signore sudò acqua tre volte — e fu approvato dai Superiori.

Difficilmente si potrà trovare una iscrizione più ingenuamente amena. E pensare che nei giorni di nebbia le colonne di questi portici sudano senza approvazione dei superiori!

Nella chiesa di san Giovanni Evangelista in Ravenna è una tabella sotto un crocifisso, e dice: “Del 1511 alcuni malfattori entrarono nello Spedale di S. Gioseffo con sicurezza di non esser veduti, nè ripresi, nè perseguitati da alcuno del suo mal oprare, non essendovi presente se non questo crocifisso muto, inchiodato e cieco. Ma ecco miracolosamente il crocifisso aprì gli occhi e tutto si schiodò per spavento a correzione ed emendazione loro”. Il crocifisso è sempre là cogli occhi aperti. Posso però assicurare i fedeli che, sotto a una specie di maschera applicata, il crocifisso conserva ancora la faccia vecchia cogli occhi chiusi. Provino.

Il licenziato Zapata domandava al suo superiore