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Divorzio 207

pesce, dei razionalisti, potrà soddisfare qualche coscienza di poca curiosità e di facile calma, ma non corrispondere alle impazienze, alle aspirazioni delle masse di poca intelligenza. Varrà la pena di trovare dentro di noi questo semi-Dio della scienza, quando ci sarà sempre chi griderà o tutto o nulla?

Il Dumas lo fa notare. Discutendo del divorzio si pensa e si parla sempre degli interessi dei coniugi, dell’interesse dei figli, dell’interesse dei terzi: ma chi ricorda mai gli sciagurati che non hanno interessi perchè hanno le sole braccia per vivere, e sono i più? Ora è appunto là che la famiglia è in isfacelo e che si richiedono provvedimenti radicali; è appunto là che sono i pericoli maggiori pei figli, per le donne, pei deboli. Ma i politici sfuggono dal guardare in basso, sorridono a chi parla dell’avvenire. Quando un Ministro ha ricordato in pubblico questa prevalente classe di diseredati che ha fame e comincia a dirlo, tutti hanno gridato alla minaccia, alla retorica, al giacobinismo, ed hanno sciolto inni di giubilo alla salvezza del pareggio. Eppure all’immensa maggioranza della nazione, quella che non paga niente perchè non possiede niente, il pareggio non importa: essa preferisce che il pane costi meno. Ma a costoro non si bada, altro che per osservare come il paese dorma nella calma più perfetta. Oh, non hanno mai sentito dunque la quiete profonda che precede i temporali?

Per questo stato latente di tensione, per questa evoluzione dissolutiva che si compie negli strati inferiori mentre alla superficie tutto è tranquillo, è da