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194 Brani di vita

tanto che sarebbe quasi inutile ripetere quei versi che tutti sanno:

Deh, quando tu sarai tornato al mondo
     E riposato della lunga via,
     Seguitò il terzo spirito al secondo
Ricorditi di me che san la Pia.
     Siena mi fe, disfecemi Maremma:
     Salsi colui che inanellata pria
Disposando m’avea con la sua gemma.


Versi di una musicalità commossa che ci mostrano come il poeta sapesse adattare l’armonia delle parole, la melodia della frase, ai sentimenti che voleva cantare. Altrove le rime aspre e chioccie, qui invece delicatamente modulate in una tonalità malinconica, quasi colla sordina. E il fantasma ci parla basso; nascondendo il volto enigmatico, non che a noi, forse allo stesso Poeta.

Infatti quel che Dante ne dice è ben lungi dal soddisfare la nostra curiosità. Non ne dice il cognome, tace il nome del marito. Il salsi colui, sembra notare che solo il marito seppe il modo e il perchè della morte e che nemmeno il Poeta lo conobbe bene.

Resta solo che nacque a Siena e morì in Maremma, nient’altro. Le ricerche degli eruditi, le carte degli archivi esumate, non fecero che arruffar di più la matassa e i comentatori si contraddicono. Chi, e sono i più, la volle dei Tolomei, chi dei Salimbeni, chi dei Guastelloni, ma le carte mostrano che, di quei tempi, nessuna Pia nacque o fu nella fa-