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Piccolo Comento al Canto V del Purgatorio 189


Resta dunque che Jacopo, durante il suo ufficio di Bologna aveva offeso il Marchese, e che questo l’aveva in ira, assai più là che il dritto non volea, e che quando, per andare a Milano, il disgraziato aveva scelto la via di Venezia per evitare il territorio di Ferrara, per opera del Marchese su quella via là dove più sicuro esser credea, fu assassinato.

A quei tempi il canal di Brenta, che era allora un ramo principale del fiume e sboccava a Fusina, impaludava a sinistra; e l’infelice, invece di correr diritto alla Mira, sperando di salvarsi, deviò verso al padule dove fu raggiunto e finito, non senza però aver visto il sangue scorrere dai profondi fori in quel tragitto in cui ebbe tempo di pentirsi e perdonare. Oggi quelle paludi sono bonificate e fertili, ma sopra un muro, credo del Municipio, di Oriago, le terzine di Dante sono incise e quei terrazzani se ne onorano, come fanno quasi da per tutto gli abitanti dei luoghi ricordati dal Poeta. Omaggio e vanto gentile, tanto sacre sono le parole di chi raccolse nel Poema divino le lacrime d’Italia!

Segue un’altra ombra le cui parole sono così evidenti che non abbisognano quasi di chiose. Basta leggerle:

Poi disse un altro: Deh, se quel disìo
     Si compia che ti tragge all’alto monte
     Con buona pïetade aiuta il mio.
Io fui di Montefeltro: io son Buonconte.
     Giovanna e gli altri non han di me cura,
     Perch’io vo tra costor con bassa fronte.