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188 Brani di vita


“È da sapere che il Marchese Azzo da Este, signore di Ferrara, tentava con ogni suo potere di insignorirsi di Bologna ed aveva in quella città molti trattati. Il popolo bolognese, considerato ciò elesse per suo Podestà Jacopo del Cassero da Fano il quale, entrato in ufficio, fece prendere molti amici del detto Marchese, cittadini bolognesi che erano entrati in questi trattati e alcuni ne bandì, altri ne fece decapitare, usando sempre parole ingiuriose e grosse contro il detto Azzo: e diceva specialmente che aveva commercio colla matrigna, che era figlio di una lavandaia ed altre cose di obbrobrio. Perciò sempre di poi, il detto Marchese, cercò di farlo assassinare. Finalmente essendo Jacopo eletto da Maffeo Visconti signor di Milano come Podestà della città stessa ed avendo egli accettato, per andare al detto ufficio, partì da Fano e andò per mare sino a Venezia. Di là, volendo andare a Padova, fu ucciso dagli assassini presso una certa villa che si chiama Oriaco, nel distretto di Padova, e il testo dice come fu morto, poichè Marcone da Mestre, del contado di Treviso, lo assassinò e con un roncone gli tagliò la coscia coll’anguinaglia, così che vide il sangue sul quale sedeva, cioè il sangue della coscia e dell’anguinaglia, oppure sul quale sedeva, perchè si dice che l’anima risieda nel sangue. O dirai, e forse con maggior verità, che mentre i bolognesi erano in guerra col Marchese Azzo, Jacopo si trovò ad essere Podestà di Bologna, nel quale ufficio gli fu necessario fare e dire molte cose che il predetto signore ritenne ingiuriose”.