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184 Brani di vita

suol calando, ma i copisti hanno già troppi peccati da purgare senza gravarli anche di questi.

Non è qui luogo da sottili disquisizioni. A noi basti che, se la lezione è intricata, il senso, quel che più importa, è chiarissimo, ed è che i messaggeri tornarono ai loro con una rapidità così fulminea, con una istantaneità così maravigliosa, che il Poeta se ne sorprese.

Virgilio quindi, rabbonito, concede a Dante di ascoltare le anime, ma senza fermarsi.

Questa gente, che preme a noi, è molta
     E vengonti a pregar, disse il Poeta,
     Però pur va ed in andando ascolta.


Parlano le ombre:

O anima che vai per esser lieta
     Con quelle membra con le quai nascesti;
     Venian gridando, un poco il passo queta.
Guarda se alcun di noi unqua vedesti,
     Sì che di lui di là novelle porti.
     Deh, perchè vai: Deh, perchè non t’arresti?
Noi fummo tutti già per forza morti
     E peccatori infino all’ultim’ora:
     Quivi lume del ciel ne fece accorti
Sì che pentendo e perdonando, fuora
     Di vita uscimmo a Dio pacificati
     Che del desio di sè veder, ne accora.


ci affligge cioè col desiderio vano di poterlo vedere.

E in questi versi è esattamente stabilito tutto quel che riguarda questi penitenti. Prima che siano