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162 Brani di vita

micizia. La stessa donnona mostruosa ha trovato nella sonnolenza della sua obesità un atto d’impazienza e d’ira contro il malcapitato. Chi gli ha detto, a questo sciagurato figlio della fame, di venire a chiedere gli avanzi della tavola dei grassi? Fuori, fuori il nemico! I grassi vogliono mangiare in pace e gli avanzi sono pei loro cani!

Ah, davvero, l’ottobre è il mese della vendemmia e dei tordi, ma è anche il mese delle febbri e dei primi freddi. Ma chi ci pensa, poichè nelle ottobrate ci si diverte tanto? Chi lo dice non è altro che un predicatore seccante, un retorico rompiscatole.

Chi si accorge che i bimbi dei poveri camminano scalzi nella rugiada, che i babbi non hanno una camicia sulle carni grondanti dei sudori della febbre I tordi aspettano e l’oste ha il vino buono. E quando il povero magro segue con gli occhi avidi la carrozza dove assaporate le voluttà raffinate della buona digestione, voi non vi voltate nemmeno o, se vi voltate, è per esclamare: — Quell’uomo là ha un brutto sguardo! — Lo credo io! La polenta e la febbre non fanno gli occhi belli.

Prediche, non è vero? Retorica da pulpito, quando il predicatore raccomanda un’abbondante elemosina! Ma via, chi vi dice che questi poveri magri domandino l’elemosina? Quello del Breughel a buon conto veniva a sonare la cornamusa, proprio come sotto alle finestre delle trattorie vengono i sonatori ambulanti a guastarvi il pranzo. Siamo in Italia ed è di qui che partivano e partono ancora le frotte dei fanciulli venduti dai genitori nei quali più che il dolor