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150 Brani di vita


Non parlo poi delle preziosissime reliquie. Ci vidi la collottola del Grasso legnaiuolo, le tuberosità ischiatiche di Bertoldino, l’osso sacro di Cacasenno, ed il prepuzio di Calandrino, conservati alla venerazione dei soci in ricchissimi reliquiari. Socio dell’Unione li baciai anch’io devotamente, mentre il cicerone si doleva che la sacrosanta Guida non li avesse additati alla venerazione dei fedeli. — Di questa dimenticanza — mi diceva commosso — spero che non si farà carico ai compilatori, quando nel prossimo Concilio Ecumenico di Verona i convenuti decreteranno i complimenti e la medaglia d’obbligo agli ispiratori, agli esecutori della Guida del mio cuore.

Viste ed ammirate così tutte le maraviglie della chiesa, salutai col cuore riconoscente l’arcigno cicerone e gli regalai un nichelino che mi parve accettato con mistica gioia. Ma forse l’aveva creduto una mezza lira, perchè, quando l’ebbe palpata bene, si conturbò di nuovo e mi disse coi denti stretti: — Ora vada a dire a quelle canaglie del Touring che la perinsigne Basilica di S. Secondo è qui maestosa ed incrollabile a loro marcio dispetto! Vogliono sostenere che a Bologna non ci sia mai stata una chiesa di S. Secondo! Buffoni! Come se la Guida dell’Unione potesse essere uno scherzo ed una canzonatura! — E mi sbatacchiò la porta in faccia, sbuffando, ringhiando e ripetendo — buffoni!!

Povero vecchio unionista! E pensare che la sua perinsigne Basilica di S. Secondo non l’ha mai vista nessuno, fuori che l’erudito compilatore della Guida che costa diecimila lire!