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In bicicletta 149

rovina dell’ossatura sia mascherata dalle vernici. C’è la pompa, c’è il barbaglio dell’apparenza che nascondono male i peccati della statica, un non so che di baracca che vuol parer Colosseo. Niente di fresco, di giovane, di nuovo, e le cose più recenti sono imitazione d’imitazione.

Ma il mio cicerone era rovente di entusiasmo. Non mi risparmiò nessuna delle bellezze del suo tempio ed io le dirò in breve per non essere indiscreto.

Sull’altar maggiore si ammira la statua di S. Secondo, titolare della Basilica. Non ha la testa dove l’abbiamo tutti, ma, perchè morì decapitato, la porta con molta disinvoltura nella mano destra e la costringe a leggere in un libro che tiene aperto nella sinistra.

— Vede — mi disse il vecchio, — Vede quel volume? Sa che libro sia?

— Il Vangelo?

— Ma le pare! È la Guida dell’Unione!! — e rise con trionfale compiacenza.

Nella navata destra vidi una tomba veramente sontuosa. Vi dormono il sonno eterno le diecimila lire votate dal Congresso di Bologna per la Guida dell’Unione ed a crescerle magnificenza concorsero le multe inflitte ai corridori. Ci vidi parecchie ghirlande offerte dai Clubs addolorati e il vecchio mi disse che molti soci vengono a dire un requiem alle care defunte.

La navata sinistra, fra l’altre maraviglie, ha una pietra commemorativa che segna il luogo preciso dove il conte di Viarigi ascoltò la Santa Messa prima di recarsi ad aprire l’ultimo Congresso.