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In bicicletta 145

la possibilità che anche dopo Annibale ci si potesse trovare una trattoria, o almeno l’albergo del Centro in piazza dei Giudici. In Aversa c’è un manicomio famoso per tutti, ma non per l’Unione. Niente, assolutamente niente da vedere, da mangiare, da bere, per tutta la via. Non posta, non telegrafo, non riparatori. Tale quale come da Massaua ad Adigrat! È possibile?

Per tutta la lunga via non si trovano che due ponti; quello sul Sacco e quello sul Volturno. Ma se apriamo una carta qualunque sia, vediamo una discreta quantità di fiumi e di torrenti che tagliano la strada. Non ci sono ponti? E il Liri, a Ceprano, che è pure un fiume rispettabile, lo si passa a guado?

Si potrebbe continuare per un pezzetto, ma a che gioverebbe? Evidentemente i compilatori della carta si sono preoccupati soltanto del rilievo della strada, del suo percorso, delle altezze, ecc., che sono la parte a cui con altre carte si può supplire; ed hanno tralasciato di deliberato proposito la parte più importante pel tourista. Si potrebbe anche dedurre da ciò che, o l’U. V. I. ha una idea molto imperfetta del tourismo, de’ suoi bisogni e del suo scopo, o che, conoscendo tutto questo, le mancano la voglia e le attitudini per rendersi veramente utile a questa non minima e certo più interessante e piacevole parte del ciclismo. Comunque sia, carte come queste sono perfettamente inutili a chi viaggia, e l’Unione butta i quattrini.

È lecito sperare di meglio?