Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/150

140 Brani di vita

Così andavo leggendo, quando mi capitò sotto gli occhi questo sonetto, sgangherato, ma strano in bocca ad un prete:

20 SETTEMBRE 1880

Da questa eccelsa vetta abbandonata,
     D’alberi monda e sol d’erba vestita
     E d’ermi fiori, dove cento han vita
     Ruscelli d’acqua limpida e gelata,

O il bel cielo ch’io miro, o quale aurata
     Spera di sole, o l’Alpi, o l’infinita
     Cerchia di mar e i fertil pian (gradita
     Stesa di ville!) o Ausonia mia adorata!

Al bel paese delle Grazie e Amore
     Risorto ormai, sì impreco in questo giorno:
     L’ira d’Iddio lo distrugga intero.

Se de’ suoi figli il senno ed il valore
     Nol serberà di libertade adorno,
     Uno e temuto in faccia allo straniero.


Tombola! Un curato che parodia i versi di Garibaldi: “Vorrei vederla trepida — Sotto il baston del Vandalo” ecc.; un curato che canta l’Italia libera ed una proprio il 20 settembre, l’anniversario della breccia!...

Questa non me l’aspettavo! Guardai in faccia il mio reverendo interlocutore che tacque un momento e lo interrogai. Caddi di sorpresa in sorpresa! Anche