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Il Monte Santo di Dio 129

le biblioteche, pinacoteche, ecc., raccontategliela pure: tanto lo sanno tutti che, mentre nelle sale di lettura, dove non c’è pericolo d’incendio, è rigorosamente vietato di fumare, nelle altre sale si chiude un occhio e una fumatina, via, si può fare. O che male c’è? La Regìa ci guadagna, gli impiegati ammazzano il tempo, e il fumo del tabacco nuoce solo all’Anobium pertinax e all’Anobium striatum.

Dunque il bibliotecario fumava come un tizzo verde e pensava: — Che bella giornata! Nitida come un Bodoni in carta distinta.... ma l’Heinecken ha torto. Prima del Dante ci deve essere un altro libro con incisioni in metallo. Ah, bibliotecario di poca memoria, se lo sapesse il Ministro! Quanti passeri! Passer, delicicæ meæ puellæ, e sono eccellenti in umido. Il Missale Herbipolense è anche lui del 1481, dunque non è quello; ma come si chiama quell’altro? Come si deve star bene in collina oggi! Ma come si chiama quell’altro libro, come si chiama?

Si spalancò una porticina, due bimbi irruppero nella sala gridando: — Babbo! Babbo! — e la signora bibliotecaria in guanti e cappellino, sollevando con garbo la veste per non tuffarla nella dotta polvere, entrò nel regno del marito. Il bibliotecario vuotò la pipa e la rimise in tasca.

I bimbi saltarono in giro schiamazzando, e si fermarono a studiare profondamente ed a far girare sui perni una sfera celeste, dove un frate del seicento aveva dipinto tutti i cancri, i capricorni e gli altri mostri delle costellazioni. La signora raggiunse il bibliotecario, che da buon marito, non s’accorse