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La proprietà letteraria 117

Polizia e la severità del Procuratore del Re occuparsi anche di questa qualche altra cosa che mi preme almeno quanto i bipedi interessantissimi che fanno la gloria del mio pollaio. E sono certo che l’egregio De Amicis sarà della mia opinione.

Il caso del De Amicis è noto ai lettori. Un libraio che aveva parecchi esemplari invenduti di due romanzi, fa stampare tanti frontispizi nuovi quanti sono gli esemplari e, per facilitare la vendita, invece del nome del vero autore mette quello del De Amicis, simpatico al pubblico italiano e garanzia di esito certo. Il De Amicis protesta, il vero autore del libro protesta anch’egli, tutti protestano, ma.... in fondo chi ha avuto, ha avuto.

Il caso del povero Lorenzo Stecchetti ve lo dirò io. Quel disgraziato mise al mondo un libro di versi col titolo di Postuma al prezzo di lire tre italiane, e il libro, indegnamente, ebbe fortuna. Un editore pensò allora di contraffare l’edizione e di venderla a miglior mercato. Esaurita la prima falsificazione, ne fece una seconda, e i librai girovaghi la portano in giro e la vendono a buon mercato alle guardie di pubblica sicurezza che hanno istinti letterari. (Sono pochine, ma ce ne sono).

Il caso di Giosuè Carducci è lo stesso. Le Odi Barbare facevano meritamente fortuna e furono falsificate e vendute a buon mercato.

Il caso di.... Lasciamo andare, poichè i casi sono infiniti.

Per tornare a quel povero Lorenzo Stecchetti, cui voglio un bene grandissimo, vi dirò che, appena se