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Proprietà letteraria 113


Signor Lettore, la causa fu discussa oggi e il tipografo Balanzoni mi aveva dato contro querela. Egli provò con documenti alla mano che aveva eseguito il deposito del suo ignobilissimo Barbagialla a norma dell’art. 6, non solo, ma che l’aveva depositato un giorno prima del mio Barbaverde! Naturalmente il suo avvocato provò senza fatica che il contraffattore, il birbone, il ladro ero io. Me ne dissero di tutti i colori, ed il mio avvocato, vedendo inevitabile la condanna, volle alleggerirla provando chiaramente che sono uno stupido, un imbecille, un cretino. Nessun vituperio fu risparmiato alla mia onorata calvizie, e la fama del Barbaverde e del suo editore, è rovinata per sempre. Per fortuna il Tribunale, mosso dalle ragioni giustissime del mio avvocato, si piegò all’indulgenza e fui condannato soltanto a duecento lire di multa, più le spese ed i danni da liquidarsi in separata sede. E il Barbaverde costava soltanto venti centesimi.

Signor Lettore, favete linguis, mi ascolti! Valeva la pena di spender tanti quattrini, di far tante miglia e tante scale, d’incomodare tanta gente, di sporcar tanta carta, di perder tanto tempo e di sopportare tante seccature e impertinenze, per sentirmi poi condannare come un birbante? Sono questi i risultati di tutti quei regolamenti arruffati che non ci lasciano più nè mangiare, nè dormire in pace, tanto spesso cambiano, ricambiano e tornano a cambiare, che sembrano le vedute della lanterna magica? È questa la legge sui diritti di autore (dura lex, sed lex) più complicata di un orologio e più ela-