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finisse qui, ma sbaglia; errando discitur, e l’impiegato mi raccomandò di tornare dopo tre giorni.

In questo frattempo (rebus sic stantibus) l’impiegato ordinò ad un suo subalterno di prendere un bel foglio di carta e di scarabocchiarci sopra la minuta di una lettera al Rettor Magnifico della R. Università di Bologna, nella quale fosse detto che in esecuzione dell’articolo 6 del regolamento 10 agosto 1875, n. 2680, per l’applicazione delle leggi 25 giugno 1865, n. 2337, e 10 agosto 1865, n. 2652, si trasmetteva un esemplare del Barbaverde agli effetti di tutelare la proprietà letteraria ecc. ecc. Il subalterno scrisse la minuta, che fu corretta, copiata in bella calligrafia, firmata dal Prefetto, protocollata e spedita al suddetto Rettore, in unione al citato esemplare del Barbaverde che costa venti centesimi.

Il Rettore ricevuto il messaggio prefettizio, lo consegnò al suo segretario, il quale ordinò al suo subalterno di prendere un bel foglio di carta e di scarabocchiarci sopra la minuta di una lettera al Bibliotecario, dove fosse detto che in esecuzione dell’art. 5 del regolamento 10 agosto 1875 ecc. ecc., gli si mandava un esemplare del Barbaverde agli effetti di tutelare la proprietà letteraria ecc. ecc., e che si domandava ricevuta del deposito. Il subalterno scrisse la minuta, che fu corretta, copiata in bella calligrafia, firmata dal Rettore, protocollata e spedita al Bibliotecario coll’esemplare del mio Barbaverde.

Ella crede che qui sia finita? Sbaglia anche questa volta; non bis in idem! Il Bibliotecario infatti, ricevuta la missiva del Rettore, chiamò un suo assi-