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NEL BOSCO


Scrivo a cento passi dall’idillio.

A cento passi di qui, sulla schiena del monte, c’è un bosco di querce, non molto alte, perchè la scure le martirizza troppo, ma fitto e frondoso. In molte macchie il sole non entra mai e l’erba rimane sempre verde, di quel verde oscuro che rivela il terreno grasso e fresco. Ma il monte non scende verso mezzodì col dolce pendio di un monte dabbene e tranquillo. L’acqua di un torrentello chiassoso lo rose sotto, ed una frana gigantesca tolse l’uniformità alla sua architettura troppo regolare. Dall’alto si vede tutta la possente rovina e la fuga dei massi precipitati al fondo, accavallati, squartati. Una valanga di scogli divelti rovinò giù da questo lato del monte, che rimase come un muro scheggiato, dove, tra risalto e risalto, riescono a saltare solo le capre. Chi si affaccia all’orlo della frana vede in giù il precipizio, il vuoto.