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mentammo i modi ed insolenti e rapaci. Se le intenzioni erano diverse e le pratiche, anche diversi ne scendevano gli effetti, imperciocchè dove la Francia, sostenendo davvero le parti di figliuola maggiore della Libertà, si fosse fatta soccoritrice della Nazione sorella dandole le armi, questa avrebbe conosciuto, come la sua salute stesse nella salute di lei; accomunate le fortune prospere come le contrarie, l’avrebbe con ogni supremo sforzo difesa. Donde si fa manifesto che la politica ingenerosa partorisse sospetti e rovine, e che lo straniero dov’entri in casa tua in sembianza amica ed invece di darti le armi te le tolga, puoi apparecchiarti a provarlo indi a poco tiranno.
Nè la finisce qui; il convertito a Santa Elena persuade al fratello Giuseppe di adottare nel regno di Napoli un feudalismo soldatesco come le colonie di Giulio Cesare e di Ottaviano nell’impero romano, del Cromvello in Irlanda, dei Normanni in Inghilterra, dei Longobardi, di Carlo Magno e degl’imperatori germanici in Italia, confiscando la metà dei beni alle famiglie napoletane, infeudandola poi ai soldati di Francia con obbligo di mantenere casa a Parigi; ma lascio portare a lui, che queste cose sa dire per filo e per segno: «»Secondo il mio parere la vostra corona (scriveva al fratello Giuseppe) non sarà mai ferma, se non vi rechiate dattorno un centinaio di generali,