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manesse come me sapientemente tranquillo a pascere erba senza rompersi il capo a mutare basto, considerando bene che Popoli e Asini di basti non possono fare a meno e due sul groppone non ci entrano, e fra un basto e l’altro non ci corre divario o poco.

Ti ho raccontato altrove come vivendo al mondo consultassero me Asino, se per sovvertire un principe vecchio dovessero dare mano a promuovere i vantaggi di un principe nuovo, e quello che io rispondessi: la mi parve chiara; eppure non fu così; tornando a picchiare sul chiodo ebbi mestieri di ammonire con gravi parole i pervicaci dicendo:

O gente dura! quello che già vi ragionai doveva bastare: anzi ce n’era d’avanzo; arrogete, che accogliendo principe francese riconficcate in croce la Italia e portate un sasso all’edifizio buonapartiano, il quale comecchè caduto per non risorgere mai più nella sua pienezza, potrebbe in parte rifabbricarsi a tuo danno. Adesso conosci tu quale fosse la mente di Napoleone? — Te la dirò io. — Nel 15 maggio 1806 egli scriveva di questo inchiostro al fratello Giuseppe re di Napoli: «a che vi approderanno le vostre cinquanta mila guardie armate e ordinate? Al primo scoppio di guerra sul Continente questi uomini per lo meno rimarranno neutrali e i capi loro si stringeranno a patto