qualunque moto di Popolo, sovvengono lì pericolante alla scoperta, e se così non possono, di celato. Capo di genio, che rigenerandosi intende rigenerare, dovevi oggimai avere appresso come la sentenza suoni vera così: ognuno per se, Dio per nessuno. La maledizione che i tiranni mandano ai Popoli non dice mica: cascate morti; chè questo tornerebbe a danno anco di loro, bensi; cascate sordi, onde l’uno non senta l’altro o si rimanga neghittoso a vederlo cascare, e perchè rimasti soli riescano ad ammanettarli agevolmente da capo. I Popoli, sia che non sappiano o dimentichino l’arie di sodarsi fra loro, la quale troppo bene sanno e rammentano i Principi, sono precipitati sempre e precipiteranno. Nè ti scusa punto l’istanza che affermi esserti stata mossa da gl’Italiani di astenerti dalle loro faccende: imperciocchè tu sai che simile istanza fu menzogna di re più aborrente i sicuri danni, che voglioso dei benefizi probabili delle armi repubblicane: tu non dovevi accorciare i passi della Repubblica per pareggiarli a quelli di un re: essendoti raccomandata la causa della umanità, e tu avendola presa in mano, dovevi regolarti con la cura della salute e dei pericoli di questa. Quel tuo concetto di accorrere in aiuto della Italia, caso mai rimanesse vinta, fu peggio che stolto; però che torni sempre difficile cavare la pietra dal pozzo quando ci è cascata, e la occasione