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si raccapezza nemmeno come abbia fatto a desiderare che la Grecia uscisse dai paterni artigli della Porta ottomana, nè sa vedere come la dovrebbe o potrebbe affrancarsi. Hai ragione, galantuomo, hai ragione; tu non ci puoi vedere dopo che li cascò un bruscolo nell’occhio; bruscolo di ventimila franchi di pensione, che il Sultano ti ha dato o tu l’hai presa col titolo di bostangi della Grecia421, onde tu gliela cucissi dentro un sacco e mazzerasse nell’arcipelago come si costuma con le odalische infedeli. Un giorno il Diavolo allegro disse: in Toscana corre il proverbio: uccello in mano a un fanciullo, giovanotta in mano a un vecchio, e cavallo in mano a un frate sono tre cose strapazzate; io vo’ che d’ora innanzi le sieno quattro mettendo la Francia in mano a questo fanfano: giuoco le corna se dentro sei mesi ei non si guadagna una statua incoronata di bietole col motto:
Ei fece di una trave un nottolino
E dell’asta di Achille un temperino.
Nessuno volle tenere la scommessa, però che saltasse agli occhi di tutti che il Diavolo giuoca col pegno in mano. Mentre costui governava o piuttosto nabissava la Francia, certi valentuomini delle parti d’Italia gli si fecero innanzi ammonendolo: badasse bene, Iddio avergli messo in mano la impresa più grande che fosse mai stato da se-