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ciocchè se mai apparve vero, lo fu come se si dicesse che il mal francese fece trovare il mercurio; preme, per lo contrario assai conoscere se le buone leggi avessero virtù di sanare i rei costumi: e questo poi fu un altro paro di maniche, e dove badiamo al successo possiamo risolutamente giudicare di no. Quello che disse Michelangiolo in censura delle catene che legano gli archi delle logge dell’Orgagna, le fabbriche cioè doversi tenere da sè, non con le stringhe, con maggiore fondamento di ragione hassi da applicare alle Società: elleno devono reggersi in virtù di costumi buoni, non per via di puntelli, i quali potranno per maggiore o minore spazio di tempo impedire che ruinino, non già per fare che in vita nuova si ritemprino. Buona la medicina, troppo vecchio il male, e così gli infermi come i medici, chi prende il rimedio e chi lo manipola appestati tutti. Le ottime leggi in mezzo a gente prava stanno come la immagine della madre di Gesù a capo letto della peccatrice per vedere la colpa e farla più brutta. Presso la gente romana, palestra di ogni alta speculazione, non furono mai visti lauti giureconsulti egregi nè promulgate tante savie leggi come quando ella precipitava a rovina, anzi i più iniqui fra i Cesari larghissimi datori di ottimi provvedimenti. Non meno di ottocento ne bandì Antonio Caracalla. Rigido o piuttosto spietato a procu-