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si e Austriaci incominciò. Tali le grazie dei preti a Dio! Or, non vi par egli che gli abbiano a tornare proprio gradite? O pazienza divina come inesausti i tuoi tesori! — Insemina, la meretricia Musica aveva siffattamente intisichite le anime in Italia, che quando vi successero i rivolgimenti del 1831 e del 48, fra la copia dei cervelli trovatori per mestiere di ariette e frottole, di cui è fecondo il paese, non sorse alcuno che sapesse musicare un inno degno della Patria e della Libertà. Nel 1831 presero in presto non so quale armonia ad una Opera detta Donna Caritea e la impastarono sopra uno strambotto diaccio e sbiadito quanto il sole di dicembre; nel 48 poi saltarono fuori versi e suoni, sbadigli veri di vecchiarella che, lassa di filare, si addormenti su la rocca, non gridi di Libertà che si desta scuotendo la criniera di Leone. In questo i Francesi più felici di noi, che dalle rovine della loro Libertà avanzarono un inno, eco immortale di voce che morì; mentre la Libertà italiana disparve intera senza che nè un canto la ricordasse, nè un poeta la piangesse, nè una cenere almeno avvertisse i posteri: qui arse l’incendio!
Siccome quando vedi molte boccie di medicine accanto il letto dello infermo tu argomenti la gravità della malattia; così dalle molte leggi tu poi misurare il grado di fracidume in cui un popolo giace. Qual Codi-