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— Andiamo innanzi, vediamo un po’ quale uso facemmo noi di questo dono di Natura e quale voi? Noi lo adoperammo a ringraziare Dio e a porgergli umile sì, ma sincero tributo di lode: cantammo le glorie della Natura e la bellezza dell’universo: la manifestazione dei legittimi ardori commettemmo al canto; voi presto presi in fastidio il modo Frigio animatore della guerra e il Lidio prefico dei trapassati e il Dorico persuasore di cose sante403, con lazzi, scorbii e sazievoli smancerie rendeste in chiesa la musica sfregio, in casa lenocinio, in teatro bordello. Oh quante faville di stupri scoppiarono fuori dalle corde tese dei vostri pianoforti! Oh suonate a due, ma in ispeciale modo a quattro mani, assassine dell’onore maritale! Oh tasti, veri scogli acrocerauni del santo matrimonio, di quante spose antiche e novelle voi contemplaste i naufragi infelici! La Musica, ornato del vivere urbano e sollievo di studii virili, giocondava temperando i cuori; quando poi il costume pravo ne fece scopo non pure precipuo ma unico della vita, ecco veleno solutivo, di tutti il peggiore, solleticando i sensi attossicò gli spiriti, vani ella gli rese e frivoli e codardi. Arnesi di tirannide (cose incredibili ma vere pur troppo io racconto) diventarono saltatrici e cantanti. Principi cortesi gambe e gole con grossi salari presero a nolo e le ministrarono ai popoli soggetti,