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dei traditi, se non che dalle loro lacrime si vedeva formare una nuvola, che saliva, saliva verso la casa di Dio ed anco di tratto in tratto ne scoppiavano fuori baleni tinti in sanguigno. Di questi, ed altri auspici punto sbigottivano i fratelli dell’Arciconfraternita nei Moderati, i quali fra loro confortandosi dicevano: «e’ non è nulla, egli è pianto di popolo: quando questa nuvola si romperà pioveranno per noi le rugiade dei grossi beneficii, dei grassi uffici, delle pensioni, delle croci con la effigie dei santi e alla più trista con quella delle Bestie.»
Sbalordito della visione portentosa ecco sentii stringermi il cuore da contrizione ardentissima; onde deliberato, presa in abbominio la trascorsa mia vita, di rendermi a vera penitenza, levai la voce con doloroso guaio: «o Moderati di Dio, che a posta vostra cavate le macchie da questo mondo, abbiate misericordia di me!»
E poichè anche gli Dei (così almeno c’insegnarono sempre i sacerdoti) vengono pei doni propizii, oltre al mio pentimento, oltre agli affanni e ai dolori che non hanno nome, io vi offro, dedico e consacro questo Asino mio.
Dall’accettarlo non vi arresti peritanza niuna, conciossiachè da un lato tanti sono e tali gli obblighi, che io vi professo, che per quanto io dica e faccia non penso potermi