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essi portaronlo a Policrate, che fattolo sparare gli ritrovò nel buzzo l’anello gettato via. Pertanto mentre costui si assicura di avere inchiodato la ruota della fortuna gli casca addosso Oronte satrapo di Dario, che lo vince in battaglia, lo imprigiona ed alfine lo conficca in croce sul colle di Micale542. Meglio avvisato Filippo il Macedone, ed esperto pur troppo come ogni lieve prosperità si paghi con larga sventura, essendogli stati riferiti in un giorno solo tre annunzi felici, il primo la palma guadagnata dai suoi cavalli nel corso delle quadriglie nei giuochi olimpici, il secondo la vittoria di Parmenione contra ai Dardani e per ultimo la nascita del figliuolo Alessandro, levò le mani al cielo supplicando: — o Fortuna, dopo questi troppi e troppo grandi beni ti prego mandarmi qualche mediocre avversità543. Anzi come se l’uomo pari al giocatore, vinta la posta, dovesse lasciare addirittura il gioco se pure voleva mettere in serbo il guadagnato, il Lacedemonio, visto Diagora giubilante per la prosperità dei nepoti lo abbracciò esclamando: — Muori, Diagora, e non aspettare che si annuvoli il cielo544. — E corse tra gli uomini il grido, in delizia dei Numi ottimi massimi essere stati coloro, che novelli di età furono chiamati a mangiare il pane degli Angioli: ancora neppur qui si rimasero, e Seneca nei Cori delle Troadi predicava di su i teatri ai superbi Romani: — molto più