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piantavasi fiore da mano di uomo, che lì presso spontanee non germogliassero in copia piante venefiche. — Così accanto le meraviglie del vapore sorsero i giuochi su l’altalena dei danari; rogna schifa e incurabile dei tempi miei, la quale popolò il mondo con la famiglia degli scrocchi, dei fallimenti, coll’agonia dell’oro e delle morti violenti; onde non mica Carlo V, come immaginò l’antico poeta, bensì Rotschild ebreo potè, levata la faccia verso il firmamento, esclamare:

Signor, quanto il Sol vede è vostro e mio?

Così accanto alle parole alate di fuoco, i comandi celeri della tirannide e il pronto ubbidire per cui, se togli in America, non fu dato alla libertà di accendere tizzo nelle più recondite parti nel mondo, ove potesse le mani intirizzite dighiacciare. Breve, se nel bilancio della vita umana le scienze e le arti da un lato ingrossavano la partita del Dare; dall’altro poi siffattamente i bisogni ed i vizii crebbero la colonna dell’Avere che, tirata la somma, fu trovato che la carne non valeva il giuoco di rizzare traffico, e conosciuto a prova, ch’erano più gli sbirri dei preti, valeva meglio chiudere bottega e stassi ai soli bisogni derivati dalla natura, la quale a questi come madre amorosa aveva cupidamente provvisto. Il fornaio infornò il