suo Cosimo lo fece riporre dentro un sepolcro di legno, perchè secondo i gusti taluno ci vedesse un’urna, e tal altro un trogolo; diluviatori insigni i Borboni tutti, più degli altri Luigi XIV che, cenato per quattro, teneva a canto il letto sempre pronti brodi e capponi, caso mai si sentisse illanguidire lo stomaco, e corse comune opinione che se Luigi XVI, preso pei capelli dalla Gola, non si fermava a Vincennes, sariasi messo in salvo nelle terre del cognato. Un cuoco ai tempi di Tiberio valse più di un trionfo528. Nei fasti della ghiottoneria romana tre Apicii salirono in eccellenza; il primo visse contemporaneo a Silla; il secondo fu coetaneo a Traiano ed inventò il modo di conservare le Ostriche; del terzo parlano Seneca e Plinio: di lui si ha il libro intitolato de re Culinaria: ei fu quegli, che spese in mettere tavole agli amici due milioni e mezzo di sesterzii; rimastogli un capitale di duecentocinquantamila lire, parendogli non bastasse a fargli le spese, da pari suo si avvelenò. Come i martiri e i confessori, così ebbe i suoi pellegrini la Ghiottoneria. Archestrato poeta greco viaggiò per conoscere le cucine dei varii popoli del mondo: frutto delle sue pellegrinazioni un poema, nel quale propose dividere il genere umano in due specie; di cui la prima: quelli che abbondano di fame e scarseggiano di desinari; la seconda: quelli che di pranzo hanno copia, e di ap-