Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/9


7

gno, oh perchè non doveva bastare il cuore ad Abramo per rispondere altrettanto? E nota, che troppo più abbominevole l’opera ordinavasi al Patriarca: in quanto poi alla reverenza dovuta al Maggiorente, si tenga per fermo senza sospetto di errore, che o Re, o Dio, o Diavolo non può mai ordinare all’uomo di commettere misfatto. All’opposto, sembra che il Patriarca Abramo ci si mettesse proprio di voglia, se diamo retta al poeta, il quale ci riportò che l’Angiolo:

.... nel trattener la spada ardita
Poco mancò non si tagliò le dita!

Certo quando un padre ricco di ogni bene di Dio ha stomaco come fece Abramo di cacciar via quella meschina di Agar col figliuolo Ismaele a morire di fame nel deserto di Bersabea, dandole per tutto viatico un pane e un otre di acqua, non deve recare meraviglia s’egli sia capace per compiacere al padrone di ammazzare un altro. Oh! questi Patriarchi.... questi Patriarchi, se non fossero santi, sarebbero pure il fiore di bricconi, che Dio li benedica!

Nei primordii del mondo maestri di teologia morale furono le Iene, le Pantere, le Leonesse, le Tigri e gli altri tutti Animali di razza felina, i quali l’uomo considerando attentamente, come è dovere di buon scolaro, osservò, che leccando e leccando i parti