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lo schioppo, disertato il casotto, lasciasse lì sacco e radicchio? Te lo dirò, che cosa gliene andrebbe? Una docciatura di piombo sul capo. Ora fa conto che l’anima sia la sentinella, il casotto il corpo e lo schioppo la ragione, la quale allo accostarsi del maligno sparando chiama tutta la guardia delle virtù, per corrergli addosso, agguantarlo e ammanettarlo: quindi, se chi ce la mise non la rileva, ci ha da stare, e se diserta, vuol dire che ha in tasca il paradiso. Nè su ciò cade contrasto: ma io vado più in là e dico, che tanto è sbrizzare la balla e presala per li pellicini gittarne via di un tratto la farina, quanto sdrucitala a modo e a verso scemarla di un bussolo al giorno; nell’un modo e nell’altro in fondo andrai; così torna lo stesso in faccia al tuo Creatore, sia che portando le mani violente contro te con un colpo ti disfaccia, sia che a poco a poco co’ disordini del vizio o con gli strazii (che indarno pretendi sacri e sono matti) lo guasti.

Onde sarà benigna sentenza giudicare matti gli autontimerumeni, o vogliamo dire aspreggialori di se stessi; la quale pazzia per operare effetti stranissimi non importa che duri, ma basta che forte apprendendosi alle facoltà intellettive le squassi anco una volta per modo che mandi sottosopra anima e corpo. Così Cippo, che poi fu eletto re d’Italia, avendo assistito alla caccia del Toro, tanto ne trasse