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nesso, e fa che ministri tenuti a rendere conto dell’operato amministrino le bisogne dello stato, e tu caschi in gineprai da non cavarne le gambe. Il papa costituzionale deve o non deve ragguagliarsi di quanto i ministri operano? Deve imperciocchè diversamente paleserebbe ogni giorno più la inutilità sua, e a questo non potrebbe acconsentire. Ragguagliato ch’ei fosse, avrebbe diritto per opporsi o no? Lo avrebbe, ed allora i ministri le volontà sue accetterebbero o contrasterebbero: cedono essi, ed eccoli esposti alle accuse dei parlamenti; non cedono essi, ed eccoli licenziati, nè i successori potendo tenere altra via casca addosso allo Stato la necessità della rivoluzione per la parte del principe o dei popoli. Non avrebbe il papa il diritto per opporsi, e allora strano concetto si formerebbero gli stranieri di un principe, in nome del quale si parlano parole, ch’egli disapprova o non consente. Inoltre si ha da considerare, che mentre per questo fatto il governo perderebbe il credito, nè anche il principe si concilierebbe favore, non potendo nè dovendo contare i potentati su tale che conoscendo ed abborrendo il guaio non solo non ci può mettere riparo, ma neanco impedire che in suo proprio nome si faccia. E dove si obbiettasse, questo essere male comune a tutti i governi rappresentativi, si risponde che no; avvegnadio laddove non vi ha contrasto di