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molti cuori: ad ogni evento io le ho date in mano ai Gesuiti perchè me le ungano. —
Il Russo da settentrione tese le orecchie; ed allettato dalle parole oneste, una volta andò a Roma e disse al papa; — Ecco, io pure discendo da Dio; re sono e colonna validissima di autorità. I tui Pollacchi cattolici sopportano impazienti il mio giogo, il quale si dimostra a prova soave, per lo meno, a pari del tuo: ammoniscimi un po’ i tuoi vescovi a rimanersi tranquilli e persuadi i tuoi figliuoli a credere dopo Dio nello knout e nella Siberia. Gregorio XVI rispose: — È giusto: — e bandì la scomunica contro i Pollacchi cattolici combattenti per la fede dei padri e la libertà della Patria; allora lo czar gli rise in faccia e gli donò un Cristo di oro crocifisso coi chiodi di rubini; e il Papa prese d’oro e ornata di diamanti la immagine di Colui che morì con la corona di spine sul capo, senza avvertire se cotesto scherno fosse più sanguinoso o più ricco: a lui bastò che fosse ricco. Se Cristo non teneva inchiodate le braccia, quello era il tempo che ti avrebbe ribadito su l’altra guancia lo schiaffo di Sciarra Colonna, prete sfacciato. Lo czar reduce alle sue contrade spiegò la enciclica pontificale, come la Veronica il sudario; ma questa volta il sudario non riportava la faccia del Redentore, bensì quella di Gregorio XVI dipinta col