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Dio, e procaccia con esclusiva da questo all’altro mondo; prostrati adunque anche una volta davanti a me; per amore della perpetua tirannide fatti schiavo un’ora; dividi sempre le tue spoglie con me e, basta che tu non mi rubi troppo, ti lascerò fare sul resto.

Piacque la proposta e, derelitto il cielo, questi furono i primi patti che il prete di Roma accordò col re della terra. Ma il prete indi a poco si pentì di essersi lasciato andare; gli parve avere conceduto troppo, ed irrequieta lo prese la smania di ricuperarlo. Cessata la guerra palese, incominciò la coperta; senonchè Pio VI, vilipeso prima dallo imperatore austriaco, poi tratto prigione in Francia dove moriva; Pio VII messo fuori come il bucintoro di Venezia per la festa di un giorno e dopo gittato anch’esso in carcere; Pio IX ripreso come fanciullo colto in fallo, fecero accorto il prete di Roma che socio a parte uguale col potere della spada oggimai non doveva durare, e se avesse osato accogliere pensieri che di servo dei servi veracemente non fossero, guai a lui! — Piegando ai tempi si rannicchiò, s’impiccolì, si arrampicò e con voce sottile di Vespa bisbigliò negli orecchi del re: — Non ischiacciarmi sotto l’ugna del pollice; lasciami vivere: io posso sempre farti del male; da ora innanzi mi proverai sommesso; mettimi al