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capo, perchè le lingue furono scritte da Dio sopra le labbra degli uomini, e:
«Sillaba di Dio non si cancella.»
La guerra funesta dell’Ungheria tra i Maggiari e gli Slavi, che ridonò all’Austria maligna ugnoli e becco per sbranare più tardi ambedue, trasse causa principalissima dalla pretensione dei primi d’imporre il proprio idioma ai secondi; e ciò si ricava dalla scrittura di Paolo Bourgoing intorno alle guerre degl’idiomi e delle nazionalità. I Rumeni, ausonio sangue abbandonato in mezzo ai barbari, come nei giorni di sventura sagrificavansi vittime preziosissime agli Dei infernali, dopo lungo secolo sollevarono il capo e chiesero la libertà, perchè seppero conservare la patria lingua. L’olio non si mesce coll’acqua, sbattuto con forza la intorbida, cessato lo scompiglio torna a separarsene. Dio e la Natura non consentono che un popolo possa divorare un altro popolo e mandarselo in sangue: non si porta in terra la ragione dei Pesci che abitano il mare. Edgaro Quinet amico della Italia, e francese dei pochi quanto buono altrettanto gentile, parlando con la eloquenza che ci viene dal cuore della gente rumena dettò questa pagina nobilissima, che io qui rammento, onde mostrarti, come agl’Italiani non facessero difetto consigli nè esempi: «prin-