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altrove qualche cosa ne dissi; qui confermo il già dello. Un tempo fu che per economia adoperammo linguaggio comune al vostro. Bacco, attestano gli antichi, ci dotò di idioma umano348, ma non è vero; lo adoperavamo prima che Bacco uscisse dalla coscia di Giove dove, morta Semele, compì i nove mesi per venire a bene nel mondo. Parlai, come è scritto fino su i boccali di Montelupo, a Balaam, ma in cotesta occasione di gran lunga superai l’uomo; e non sono io che lo dico, bensì un reverendo padre Gesuita; ed in che, e come io montassi a cavallo al Mago intendo che lo udiate con le parole stesse del reverendo, onde nel medesimo punto facciate tesoro dalla forbita locuzione e dell’ottimo giudizio dei padri Gesuiti dilettissimi miei. Ecco dunque in che razza di modo nelle sue — Riflessioni — sull’Asino che parlò a Balaam il padre Casolini della compagnia di Gesù.... ragiona.... ho detto ragiona? Sasso gittato e parola detta non si tirano addietro; vada per ragiona: «Notate in questo fatto con attenzione due privileggi mai concessi a verun quadrupede. L’Asino vide l’Angiolo, e l’Asino parlò. È regola di teologia, che nessun occhio mortale non sia capace di contemplare uno spirito se da Dio per ispecial privileggio non fia elevata la sua naturale potenza e resa capace della vista di uno spirito: mentre se tale non fosse stato,